Tutto sulla logistica 21.07.2020
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Sostenibilità: quali sono le opzioni per le aziende di trasporti?

Sempre più aziende riconoscono l'importanza di adeguare i propri processi in ottica green

Camion verde su un prato

Parlare di logistica e trasporti in relazione a temi come ambiente e sviluppo sostenibile non è mai semplice. Il settore dei trasporti non gode di grande appeal nei confronti di quei consumatori che cercano sempre più di ricorrere a soluzioni ecosostenibili. È forse in virtù di questo che, guardando ai trend degli ultimi anni, la spinta verso la sostenibilità ambientale sta rivoluzionando il modo di concepire e gestire ogni aspetto dei processi di movimentazione merci. Per navigare queste nuove e sconosciute acque, le aziende hanno bisogno di nuovi parametri, vediamone alcuni.

 

Perché impegnarsi nel costruire un business di trasporto sostenibile?

Ridurre l’impatto ecologico della propria azienda e inseguire strategie di sostenibilità in modo superficiale solo al fine di potersi fregiare di un’etichetta “zero emissioni” non è esattamente quello di cui stiamo parlando. I consumatori hanno sempre più a cuore il futuro del nostro pianeta e vogliono riconoscere i propri valori nei prodotti e servizi che scelgono di utilizzare. Per questo, impegnarsi a costruire un business sostenibile per le imprese attive nel settore logistica e trasporti significa inquinare sempre meno finanche influire positivamente sull’ambiente.

Un obiettivo così impegnativo è raggiungibile solo rivedendo in modo sostanziale l’intera concezione del trasporto e consegna merci sulla base dei criteri dello sviluppo sostenibile.

Dove cominciare per la costruzione di un business sostenibile?

Non è un mistero che il settore logistica e trasporti sia responsabile di una grossa fetta dell’inquinamento del pianeta, a causa delle emissioni provenienti dalla combustione dei veicoli a motore. Tuttavia, ripensare il settore in chiave ecologica significa considerare anche l’impatto che l’uso dei trasporti a motore ha sull’inquinamento acustico nelle zone urbane, nonché sul territorio in termini di disturbo degli habitat naturali e, più in generale, sull’integrità dell’ecosistema. Per capire da dove partire, sarà necessario dare uno sguardo alle linee guida europee sull’ecosostenibilità e ai nuovi parametri di mercato.


OCSE e i criteri di sostenibilità entro il 2030

La guida dell’OCSE per i Trasporti Ecologicamente Sostenibili o TES (anche detto EST, Environmentally Sustainable Transport) propone sei criteri da raggiungere entro l’anno 2030. Tali criteri riguardano:

  1. il rumore prodotto dai trasporti
  2. l’uso del territorio per le infrastrutture
  3. le emissioni di biossido di carbonio
  4. le emissioni di ossidi di azoto
  5. le emissioni di composti organici volatili (VOC)
  6. le emissioni di particolato

Gli scenari proposti dal TES in relazione al trasporto merci suggeriscono una migliore gestione della supply chain e più movimenti di merci per via ferroviaria rispetto al trasporto su strada e delineano un modello economico che manterrebbe i livelli di competitività dell’industria insieme agli ovvi vantaggi ecologici e sociali.

Gli obiettivi proposti dal TES richiedono un impegno deciso da parte dei protagonisti del settore logistica e trasporti. La sfida ecologica infatti non riguarda solo le istituzioni pubbliche ma anche l’industria, che dovrà affrontare le sfide green adeguando i propri processi lavorativi durante il trasporto merci.

Come calcolare le emissioni di gas serra nel settore della logistica

Sebbene non esistano ancora standard precisi per calcolare l’indice di sostenibilità dei trasporti, le norme europee suggeriscono alcune linee guida. Il Comitato Europeo di Standardizzazione (CEN) ha introdotto all'inizio del 2013 la norma CEN EN 16258, "Methodology for Calculation and Declaration of Energy Consumption and GHG Emissions of Transport Services (freight and passengers)" per quantificare l'impronta ambientale delle attività logistiche. La norma fornisce una metodologia comune per il calcolo del consumo di energia e delle emissioni di gas serra dei servizi di trasporto.

Tali standard si rivolgono direttamente alle aziende in cerca di punti di riferimento per delineare la propria strategia di business sostenibile partendo dalla quantificazione del consumo di energia e delle emissioni di gas serra relative al proprio servizio di trasporto, in particolare:

  • operatori di servizi di trasporto (vettori di merci o passeggeri)
  • organizzatori di servizi di trasporto (vettori che subappaltano le operazioni di trasporto, spedizionieri e agenzie di viaggio)
  • utenti del servizio di trasporto (spedizionieri e passeggeri)

Un business sostenibile per logistica e trasporti: ma come?

Le aziende possono influire positivamente sull’ambiente anche solo adottando metodi di trasporto sostenibili per i trasporti a lungo raggio, dato che quest’ultimo ricopre ancora un ruolo molto importante nella movimentazione delle merci. La crescita del traffico ferroviario è uno degli obiettivi più desiderati dai programmi di politica ambientale, ma gran parte dei trasporti avviene ancora su strada e l’Italia non fa eccezione.

Le soluzioni per costruire un business sostenibile sono molte: la mobilità elettrica, camion a basse emissioni, fonti di rifornimento locali per accorciare i percorsi di approvvigionamento, ecc. In generale, tutti gli sforzi sono volti alla riduzione di emissioni di CO2 eppure, come abbiamo visto nelle linee guida TES, una strategia ecosostenibile richiede un approccio più complesso al problema ambientale.

Esistono tre principali strade percorribili:

  1. ridurre i consumi e le emissioni con motori e pneumatici più performanti, combustibili più ecologici e stili di guida più corretti;
  2. utilizzare mezzi di trasporto alternativi, attraverso l’intermodalità dalla strada alla ferrovia o via mare;
  3. rendere più efficiente la disposizione dei carichi, aumentando la portata dei mezzi o riempiendoli di più.

Le opportunità per ridurre i consumi e le emissioni

La risposta in termini di riduzione dei consumi e delle emissioni del trasporto è solitamente duplice: la trazione elettrica (o ibrida) e l’alimentazione a gas naturale.

Le opportunità per le aziende in questo momento sono nella scommessa circa l’aumento dell’efficienza e la riduzione dei costi delle batterie al litio. Esistono anche sperimentazioni legate anche alla linea elettrica aerea, ad esempio in Svezia, e programmata, su brevissimi tragitti, anche in Germania e sull’autostrada italiana A35 Milano-Brescia.

Per quanto riguarda l’alimentazione a gas naturale, sempre più costruttori si cimentano nel creare automezzi dall’autonomia sempre maggiore, in grado di coprire distanze regionali o più lunghe. Ciò è possibile grazie all’elevata capacità offerta dal processo di liquefazione, che riduce il peso specifico del gas di circa 600 volte, rendendo possibile un più semplice stoccaggio e trasporto.

Il nodo da sciogliere in relazione alla trazione a gas naturale è la rete dei distributori specializzati nell’erogazione ai veicoli pesanti. Questa sta crescendo radicalmente, spingendo diverse aziende di autotrasporto a guardare al metano liquefatto come la tecnologia su cui investire per il futuro delle proprie flotte, tuttavia è ancora un work-in-progress. È facile prevedere come l’aumento della domanda di tali veicoli spingerà sempre più costruttori a muoversi in tal senso. 

Le opportunità per ridurre il trasporto su strada

Un ulteriore approccio per ridurre le emissioni è quello del trasporto intermodale, ovvero una movimentazione delle merci che combini due o più mezzi di trasporto. Il trasporto combinato o multimodale, prevede la sistemazione delle merci in unità di carico che rende possibile muoverle indifferentemente su gomma, ferro, acqua o aria.

Questo metodo di movimentazione merci è estremamente flessibile nonché economico in quanto combinando mezzi diversi (gomma-ferro, gomma-acqua, gomma-aria ecc.) è possibile beneficiare dei vantaggi di ciascuna di queste modalità di trasporto. Dal punto di vista ambientale, la riduzione del trasporto merci su strada si tradurrebbe in un impatto ambientale più positivo.

Tuttavia, spostare semplicemente il trasporto dalla strada all’acqua non è una soluzione a tutto. Sebbene il trasporto marittimo sia considerato sostenibile in quanto relativamente rispettoso dell'ambiente, esso comporta un forte consumo di olio combustibile. Le enormi navi mercantili e portacontainer mettono a dura prova le risorse ambientali e aggiungono un rischio ecologico di proporzioni catastrofiche in caso di incidenti e dispersione di olio nel mare lungo le nostre coste.

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Puoi approfondire questo argomento qui: Le opportunità della logistica: tra innovazione e sostenibilità
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Le opportunità per riorganizzare la gestione della supply chain

Altre opportunità per le aziende che vogliono ridurre il consumo di combustibili fossili (gasolio/petrolio) e le emissioni di CO2 sono da trovarsi in un migliore utilizzo del proprio parco mezzi, nella riduzione dei chilometri percorsi a vuoto grazie all’utilizzo di borse di carico come quella di TIMOCOM e/o dei tempi di attesa durante le operazioni di carico e scarico, grazie all’utilizzo di software per la prenotazione degli slot e il calcolo dell’ETA (Extimated Time of Arrival). Stiamo parlando, insomma, di una riorganizzazione della supply chain in chiave sempre più sostenibile.

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La conditio sine qua non per l’affermarsi di una green supply chain è rappresentato dalla digitalizzazione dei processi di trasporto e logistica, al fine di ottimizzare i costi operativi per l’azienda e al contempo minimizzare l’impatto ambientale degli stessi.  Riorganizzare i processi lavorativi in conformità con le politiche ambientali offre principalmente tre opportunità:

  1. una più facile gestione del rischio
  2. dei processi lavorativi più efficienti
  3. maggiore sostenibilità dei prodotti e dei servizi offerti

Più nel dettaglio, un modello di business che parta da dei fornitori già impegnati nell’ambiente e che adotti nuovi processi lavorativi in chiave di sostenibilità in termini di logistica e trasporti non solo riduce i costi di trasporto e distribuzione, ma ottimizza i flussi logistici, comportando un aumento complessivo della competitività dell’impresa. La sostenibilità dei propri fornitori, inoltre, migliora l’immagine dell’impresa e la protegge al contempo da eventuali danni alla reputazione dovuti a relazioni con attori scarsamente impegnati sul fronte ambientale.

Una catena di fornitura e distribuzione ecosostenibile ed efficiente attrarrà un sempre maggior interesse da parte degli stakeholders rappresentando in definitiva un vantaggio competitivo. Il cambiamento dei paradigmi di competizione e la diversificazione dell’offerta sono solo alcuni dei fattori che impongono una riorganizzazione della supply chain in chiave ambientale. La capacità di un’impresa di rivedere la propria rete distributiva e rispondere velocemente ai bisogni della domanda è determinante per il successo del business.

 

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