novità 25.03.2021
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Spinta dall’industria 4.0: in Italia la logistica 4.0 non si arresta

La rivoluzione delle tecnologie 4.0 è arrivata anche in Italia. Come si è evoluta la logistica 4.0 al netto dell'emergenza Covid?

Logistica ed industria 4.0

Sembra inutile ribadire che il 2020 sia stato un anno particolare. L’emergenza sanitaria ha colpito diversi settori e ha spinto verso automazione e digitalizzazione molte aziende che ancora dubitavano dell’importanza dell’industria 4.0. In generale, possiamo dire che la logistica 4.0 in Italia non si arresta, tutt’altro, l’innovazione digitale è ormai definitivamente stata accettata come importante e centrale passo verso il futuro.

Logistica 4.0 in Italia: spinte verso l’innovazione

In una “fotografia” del settore logistico scattata dall’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano, già a inizio anno si poteva constatare lo stato di salute del settore e la sua crescita costante. Le tendenze osservate dal Polimi suggerivano una generale voglia di innovazione tramite l’introduzione di nuovi sistemi di pianificazione, stoccaggio, movimentazione e trasporto.

Tuttavia, nell’arco degli ultimi mesi quella che era solo una tendenza è diventato un vero e proprio allineamento della maggior parte delle imprese italiane con il resto d’Europa: la rivoluzione dell’industria 4.0 tocca ormai non solo magazzino e trasporti, bensì l’intera filiera, incluse le fasi di strategia e pianificazione.

Le tendenze della logistica 4.0 in sintesi

La portata della trasformazione 4.0 sulla logistica è dirompente, in quanto sradica processi lavorativi avvertiti come inamovibili da decenni, per questo si parla di “logistica 4.0” ovvero di una industria nuova in grado di soddisfare i bisogni dei clienti e contenere i costi di produzione e trasporto, rispettando l’ambiente e distinguendosi dalla competizione. Insomma, un full package che garantisce un vantaggio competitivo non indifferente.

Ma in sintesi, quali sono i passi verso l’innovazione digitale?

  • Magazzini flessibili: ottimizzazione dello spazio e gestione automatizzata della movimentazione merce;
  • Gestione digitale del workflow: Big Data, data analytics e software gestionali;
  • Approccio strategico alla catena: pianificazione delle attività su tutti i canali attivi e intervento rapido grazie ad aggiornamenti in tempo reale;
  • Magazzini più green: razionalizzazione della filiera, riduzione delle scorte e degli sprechi con una migliore rotazione dei materiali in magazzino (just-in-time);
  • Internet of Things e automazione della gestione operativa: robot autonomi, sensori di rilevamento tra scaffali, carrelli a guida automatica ecc.

Industria 4.0: vantaggi nell’era Covid-19

Soprattutto nel momento contingente, pratiche come lo smart working sono destinate a diventare prassi ed una impresa che non si aggiorni resterà inevitabilmente indietro. L’emergenza sanitaria, infatti, ha accelerato la corsa all’industria 4.0 per molte aziende, in quanto ha reso palese quanto alcuni dinosauri nella gestione della filiera rallentassero il progresso della logistica italiana. I problemi riscontrati sono stati diversi:

  • Gestione della forza lavoro: le innumerevoli persone contagiate (o in quarantena) hanno lasciato i magazzini vuoti ed impedito alle aziende di evadere gli ordini per tempo;
  • Minore produttività: quasi un corollario del punto precedente, ovviamente una forza lavoro dimezzata e le misure di distanziamento sociale hanno rallentato la produzione in molte realtà di impresa;
  • Limitazione degli spostamenti e sbilanciamento nei flussi: la filiera così come siamo abituati ad immaginarcela non lascia spazio agli imprevisti, un carico che consegna in una località viene ricaricato in quella stessa città per consegnare altra merce al ritorno, senza questo equilibrio i costi diventano esorbitanti e così è stato negli ultimi mesi.
  • Andamento discontinuo delle vendite e surplus di ordini ai fornitori

Questi problemi sono in parte responsabili degli investimenti di logistica 4.0 e della nascita di un nuovo modo di gestire la supply chain nell’era post-Corona.

Logistica 4.0 in Italia: la parola agli esperti

L’incremento esponenziale della domanda di consegne a domicilio unito all’abitudine all’acquisto online, integrato sempre più da molte famiglie nella loro normale routine di acquisti, fa sì che l’eccezionale boom di acquisti online non tornerà “alla normalità (pre-Covid)” una volta passata l’emergenza sanitaria. È in questo scenario che diventa perentorio investire nella logistica 4.0: ripensare la supply chain globale e riorganizzare la filiera con collaboratori locali per diventare più flessibili e ridurre l’impatto ambientale.

La logistica 4.0 è una vittoria su tutta la linea.

Possiamo dire che la rivoluzione logistica 4.0 in Italia sia finalmente iniziata? Secondo Damiano Frosi, Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics, la risposta è: sì! Il cambio dei paradigmi sociali, con il boom dell’eCommerce, che ha diffuso la mentalità tra i clienti dell’ “anytime, anywhere, from any device”, al netto dell’emergenza Covid è lecito aspettarsi un boom nei progetti di digitalizzazione per logistica e trasporti.

Ermanno Rondi, fondatore e amministratore di Incas, va addirittura oltre e dichiara l’emergenza sanitaria una spinta positiva della logistica italiana. Dato che le consegne a domicilio hanno consentito alle aziende di non arrestare del tutto la produzione e assicurato una parvenza di normalità anche nei momenti di lockdown più severi, la logistica 4.0 si trova allo svincolo di quattro importanti pilastri per la ripresa del Paese post-Covid:

  1. Ruolo strategico in periodi di crisi: riorganizzazione capillare dei trasporti, soprattutto nell’ultimo miglio e aumento delle consegne a domicilio,
  2. Strumento di produzione on demand: ri-immaginare la filiera secondo il modello Toyota e just-in-time,
  3. Vitale per riconsiderare la supply chain globale: drastica riorganizzazione della rete di fornitori preferendo quelli locali per una catena più flessibile e resiliente,
  4. Catalizzatore di spinte “green”: maggiore digitalizzazione e minori distanze di trasporto assicurano un impatto ambientale dell’industria logistica minore che meglio si allinea con i bisogni dei clienti sempre più attenti al pianeta.

Le parole chiave sono flessibilità ed ecosostenibilità. Sino ad ora la movimentazione merci era stata dettata dal prezzo, dalla ricerca di fornitori il più possibile economici, senza curarsi di quanto lontani essi fossero. L’interlocutore più gettonato dell’ultimo decennio è senza dubbio la Cina, ciò implica che le imprese italiane hanno visto la loro filiera di approvvigionamento allungarsi per coprire due continenti.

È chiaro che in una supply chain globale, dove le merci devono attraversare più confini nazionali in tempi estremamente precisi al fine di minimizzare i costi del trasporto, la chiusura delle frontiere (o una qualunque altra emergenza che risulti in un contrattempo) non garantisce una supply chain flessibile. Gli equilibri dell’industria mondiale devono essere rivisti, assicurando innovazione e diversificazione, nonché una rete collaudata di fornitori locali “a chilometro zero”.

Maggiore sostenibilità e flessibilità supporteranno l’industria logistica durante la pandemia, ma abbiamo detto che le tecnologie 4.0 possono garantire alla logistica anche lo step successivo: trasformare la pandemia in un’opportunità. Ma come?

Tecnologia e flessibilità contro la crisi: bando macchinari innovativi 2020

A sostenere gli investimenti necessari per il settore logistica 4.0 entra in campo anche lo Stato con il nuovo bando macchinari innovativi per la trasformazione tecnologica e digitale dell’impresa. A inizio settembre è stata pubblicata la graduatoria di ammissione alla fase istruttoria delle domande presentate dalle imprese a luglio 2020. La misura sostiene gli investimenti a mezzo di varie tecnologie d’impresa 4.0, ovvero soluzioni digitali in grado di ottimizzare la flessibilità dell’impresa e sveltire i processi lavorativi. A confermare la portata capillare di questo desiderato “allineamento” di logistica 4.0, il bando si rivolge a tutte le PMI di piccole e medie dimensioni in Puglia Calabria, Campania, Sicilia, Basilicata.

Risulta chiaro quindi, non solo l’avvertita necessità di un ripensamento della logistica in Italia, ma finalmente anche un impegno pratico all’innovazione, in quanto stiamo guardando ad un’agevolazione del 75% (tra contributo in conto impianti e finanziamento agevolato) per “investimenti innovativi che, attraverso la trasformazione tecnologica e digitale dell’impresa mediante l’utilizzo delle tecnologie abilitanti afferenti il piano Impresa 4.0 e/o la transizione dell’impresa verso il paradigma dell’economia circolare, siano in grado di aumentare il livello di efficienza e di flessibilità dell’impresa nello svolgimento dell’attività economica, mediante l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature strettamente funzionali alla realizzazione dei programmi di investimento, nonché programmi informatici e licenze correlati all’utilizzo dei predetti beni materiali”.

Quali sono le soluzioni della logistica 4.0 per la ripresa in Italia?

Cruciale affinché gli investimenti portino buoni risultati è saper gestire bene le sfide e contenere i rischi. Una risposta semplice è una supply chain più flessibile e resiliente. Se le abitudini agli acquisti dei clienti cambiano, ugualmente deve cambiare anche la gestione dell’offerta da parte delle imprese. Quindi, ad una domanda sempre più omnicanale, cresce l’impiego dei Transport Management Systems (TMS): software gestionali che consentano di pianificare le attività su tutti i canali attivi (on- e off-line) e intervenire rapidamente in caso di necessità. Ciò assicura un servizio più flessibile (e in definitiva migliore) garantendo anche un decisivo risparmio sui costi.

Le tecnologie digitali consentono non solo di migliorare i servizi offerti ma anche di personalizzarli ed espanderne la varietà. Le soluzioni 4.0 assicurano una comunicazione più trasparente grazie a uno scambio di informazioni che personalizzino la consegna: l’invio della foto di chi consegnerà il prodotto, dettagli circa il tracciamento del prodotto in tempo reale ecc. La logistica 4.0 supporta anche l’integrazione dei processi logistici e l’automazione di diverse attività di magazzino: etichette intelligenti e sensori che consentono alle macchine di comunicare fra loro senza l’intervento umano, applicazioni per la mappatura in 3D del magazzino e la geolocalizzazione in tempo reale di mezzi e merci per ottimizzare i flussi di trasporto, carico e scarico. Le possibilità sono infinite.

Industria 4.0: ricerca e sviluppo, servono nuove competenze

Nuovi macchinari e strumenti digitali richiedono ovviamente un allineamento anche da parte del personale. Gli investimenti di logistica 4.0 non possono trascurare le competenze dei lavoratori che devono abituarsi ai nuovi strumenti. Il quadro in questo senso in Italia non è dei migliori, l’innovazione 4.0 richiede nuove professioni e competenze specifiche per cui al momento esistono relativamente poche risorse. Ideale sarebbe un futuro in cui si potenziasse lo studio dell’informatica già a partire dalle elementari, inserendo anche elementi di coding. Per non parlare della semplice sensibilizzazione ai nuovi mestieri, uno degli ostacoli più grandi a una vera e propria rivoluzione 4.0 è anche la mancanza di una narrazione specifica che attragga prima studenti e poi lavoratori.

Le principali iniziative a livello di sviluppo di competenze 4.0 sono corsi di formazione per lavoratori già impiegati e diverse altre soluzioni di training e coaching direttamente sul posto di lavoro. È inutile dire che senza un opportuno investimento in questa direzione, si potrà anche investire nei macchinari e delle tecnologie più all’avanguardia, ma poi nessuno saprà usarli.

 

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